"... il padrone lodò quell'iniquo amministratore perché aveva agito con scaltrezza; poiché i figli di questo mondo sono, nell'agire con i loro simili, più scaltri dei figli della luce" (Lc 16, 8). Perondando ingiustamente i peccati altrui noi, inguisti "figli di questo mondo" ci giustifichiamo più di quanto possano giustificare se stessi i giusti, "figli della luce", quando condannano giustamente i peccati altrui...
Così anche la possibilità di coprire i peccati con la misericordia e la bonta di Dio non ci appartiene e diventa per noi una "richezza iniqua" se ce ne appropriamo. Ma siccome tutto il tempo non facciamo altro che dissipare questa richezza per nostro tornaconto, per coprire i nostri peccati, l'unica cosa che ci resta da fare (come misura precauzionale, nel caso ci venisse tolta la ricchezza della misericordia divina) è assicurarsi un posto nel cuore degli altri, "nelle dimore eterne", e allora il Signore forse loderà la nostra accortezza. Questo assicurarsi un posto non è altro che il crearsi legami d'amicizia. Il Salvatore spiega così la parabola: "E io vi dico: procuratevi amici con la disonesta richezza, affinché quando verrà a mancare, essi vi accolgano nelle eterne dimore (Lc 16,9).
Pavel Aleksandrovič Florenskij
"Il Singore non ha detto: Da', oppure: Fa' beneficenza, oppure: Aiuta, ma: Fatti amico, perché l'amicizia si esprime nel pieno sacrificio di sé e nella continuata vita in comune e non nel solo dare."
San Clemente d'Alessandria
"Il Singore non ha detto: Da', oppure: Fa' beneficenza, oppure: Aiuta, ma: Fatti amico, perché l'amicizia si esprime nel pieno sacrificio di sé e nella continuata vita in comune e non nel solo dare."
San Clemente d'Alessandria
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